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Storia

La storia dell'Istituto musicale "Niccolò Paganini", oggi Conservatorio Statale di Musica/Istituto di Alta Formazione Musicale, inizia più di 187 anni fa, con l'annuncio sulla "Gazzetta di Genova" del 12 dicembre 1829 che il 2 gennaio successivo avrebbe cominciato a funzionare una Scuola gratuita di canto.
 

conservatorio1.jpgL'atto costitutivo è una scrittura privata sottoscritta da Antonio Costa, compositore e ispettore di palcoscenico al Carlo Felice, e Filippo Granara, impresario appaltatore delle stagioni d'opera. In forza del contratto l'impresario si impegnava a valersi, già nella stagione 1830/31, di quindici allievi maschi e di un loro maestro per farli cantare, vestiti con gli abiti teatrali, in qualità di coristi; cui si sarebbero aggiunte anche dodici allieve e dodici giovinetti, se le opere da rappresentare avessero previsto coro femminile e di voci bianche. La prima sede della scuola, ubicata in un "vecchio casamento" oggi scomparso, portava certamente molti disagi; mancava una sala da concerti e gli esperimenti (oggi Saggi di studio) dovevano essere ospitati nel salone dell'Antica Accademia di Pittura in vico del Fieno. C'è però, da subito, tra la vita della città e la scuola, un contatto diretto, unità di studio e di attività praticata, aderenza col gusto e la cultura in movimento.

 

La scuola cambiò sede e si trasferì nel Monastero delle Grazie in salita Mascherona; la struttura edilizia conventuale offriva locali per l'uso di aule di studio, un salone con recinto per l'orchestra ed un palco per 150 coristi; il salone era decorato e ornato con l'effigio dei musicisti illustri della Liguria. Con una sala capace gli esperimenti si potevano fare più numerosi e diventare veri trattenimenti musicali per il pubblico; "specialmente quando tace il teatro". Il 1849 fu uno degli anni più difficili: morì Antonio Costa; il regno sabaudo subì la sconfitta di Novara e Genova fu anche bombardata dalle truppe di Lamarmora che soffocarono gli indipendentisti repubblicani. La scuola di musica chiuse.

 

Fu allora, probabilmente, che ci si rese conto che essa poteva essere qualcosa di più di una istituzione privata, un valore per la città tutta, e negli ultimi giorni di dicembre il comune deliberava, infine, di acquistare dagli eredi del Costa gli strumenti, i libri, gli oggetti in dotazione e di riaprire la scuola sotto la propria gestione diretta, denominandola "Civico Istituto di Musica". Dell'antica struttura restava ancora la direzione affidata all'appaltatore del teatro, Francesco Sanguineti, ma con incarico provvisorio, in attesa che si concludesse l'iter per darle un direttore artistico; che fu, declinando la proposta C.A. Gambini e dopo la breve reggenza di Placido Mandanici, Giovanni Serra.

 

Nel 1866 l'Istituto ebbe un altro trasloco; questa volta nei locali dei Padri di San Filippo, in via Lomellini. Nel 1871 gli allievi che frequentavano erano 102; le classi più numerose, quelle di canto e quella femminile di pianoforte. Con il collocamento a riposo e la morte di Serra, sembra sia stata aspirazione di molti offrire a Verdi la direzione onoraria. Egli tuttavia aveva sempre rifiutato incarichi e dediche di questo genere. Abitava a Genova nei mesi freddi dell'anno, dove il clima poteva giovare alla salute della moglie Giuseppina; ma si teneva prudentemente lontano da ogni ufficialità

 

Si dovette attendere circa un decennio ed il passaggio della gestione della scuola dall'Ufficio Economato a quello per la Pubblica Istruzione. Era stato fissato intanto, per gli alunni, il pagamento del "minervale", la tassa scolastica di frequenza. Si individua ora un segno significativo del cammino che portò al pareggiamento giuridico dell'istituto e alla successiva trasformazione in conservatorio a tutti gli effetti. La biblioteca, costituita nel suo primo nucleo attraverso lasciti e donazioni (risale al 1842 la parte più cospicua del suo fondo storico), fu ammodernata e riordinata.

 

Le disposizioni emanate nel 1930 per il pareggiamento ai conservatori degli istituti musicali non statali trovarono dunque pronta e idonea l'istituzione genovese, che aveva già avuto un'indagine conoscitiva condotta da I. Pizzetti e la successiva ispezione di una commissione formata dai Maestri G. Mulé e A. Serato e da un altro funzionario della direzione generale delle Belle Arti. Il pareggiamento venne accordato con R. D. del 20.04.1933, n. 445. Dal 1904 l'Istituto era stato dedicato al nome di Niccolò Paganini. Quando il concordato Stato - Chiesa impose la restituzione dei beni ecclesiastici agli ordini religiosi si dovette lasciare la sede di via Lomellini; la nuova fu trovata in Albaro, nella villa Raggio, dove passarono anche gli anni tristi della guerra e dell'occupazione.

 

Nel dopoguerra, sopportando, come del resto tutta la città, i danni subiti dai bombardamenti e la faticosa ricostruzione, l'Istituto fu trasferito provvisoriamente nel Palazzo della Meridiana, in attesa che si allestisse la sua sede definitiva, o, almeno, attuale, nella Villa Bombrini. Lo zelo dei direttori che si sono succeduti (L. Cortese, S. Pintacuda, G. Contilli), dei presidenti (E. Baccaredda, D. Arcuri) e degli insegnanti (rappresentati da una commissione di professori: S. Lauricella, in seguito anche direttore, M. Ruminelli, M. Moretti e L. Molfino), proseguì nel lavoro di condurre l'Istituto alla trasformazione definitiva in Conservatorio che avvenne con la Legge n. 111 del 21 marzo 1974.